Una foto color seppia, probabilmente fatta in Russia, fine ‘800. Una ragazza in campagna. Due occhi a fessura, caucasici, un sorriso accennato di pensiero: è in attesa verso il fotografo. La presenza a metà, al fianco, è forse la madre, una sorella, chissà, ma non è importante. Lei è alle soglie della vita e bella, poi sarebbe accaduto tutto.
Magia che evoca un mondo, un libro in cui leggere. In Eritrea mi impedivano di riprendere: la fotografia ruba l’anima e ad altre vanità si consegna l’immagine, non a padroni sconosciuti. Avevano capito tutto.
E’ ora di tornare alla pellicola dopo la bulimia digitale, di ritrovare la comunicazione con il singolo scatto. Nella quantità digitale, si accumulano immagini che saranno viste forse una volta, spesso distrattamente, senza intenzione. Non si sbaglia più, casomai si cancella; come si potesse cancellare un’emozione. Hai visto questa, che bella foto vero? e questa…e questa? Le immagini scorrono sullo schermo e l’attesa della prossima annulla la precedente. Poche stampe:tanto si possono fare quando si vuole, cioè mai e il pensiero non si fermerà a fantasticare sull’immagine.
Ho sempre guardato le foto di persone chiedendomi delle loro vite, dei loro pensieri, partendo dallo sguardo donato e rubato. Tutto troppo veloce adesso e i sentimenti si nutrono di attimi, allora rispolvero reflex e pellicola: la digitale tornerà ad essere notes.
ti do la buonanotte…tornerò a leggere il tuo post, grazie per la visita nel mio nuovo spazio:)
"Mi piace""Mi piace"
pensiero quasi totalmente condiviso. una foto è un’istante rubato, sottratto al tempo e dilatato a dismisura… e, come diceva cartier bresson, il fotografo è colui che riesce a mettere sullo stesso asse cuore, occhio e mente… ma credo anche che, per quanto si possa cogliere l’attimo fugace e trasformarlo in un’emozione profonda, resta sempre qualcosa del profondo dell’animo ritratto che nessun fotografo potrà mai cogliere e ceh nessuna foto potrà mai mostrare…
ad ogni modo, sono anch’io per il ritorno alla reflex, antica memoria di un’arte ormai troppo assoggettata al consumismo moderno.
"Mi piace""Mi piace"
La mia reflex è ancora a portata di mano, e per il momento non ho la minima intenzione di metterla a riposo. Però, credo che quello che conta non sia tanto il mezzo tecnico quanto l’atteggiamento mentale. Voglio dire, la di là della nostalgia per “i bei tempi andati”, il procedimento mentale ed emotivo con cui si costruisce un’immagine resta per gran parte lo stesso.
Vado in giro, e continuo a vedere gente che punta la macchina fotografica abbastanza a casaccio. Da parte mia, mi rendo conto di scattare quantitativamente di più in digitale, ma anche che quando una immagine non mi soddisfa, non c’è verso, anche se occupa solo un mega e mezzo non la scatto.
Insomma: non mi sento “traviato” dal digitale. Resto dell’opinione che la differenza non la facciano le tecniche, ma le idee.
"Mi piace""Mi piace"
pigralentezza (va bene anche pglt ?), quando citi Cartier Bresson mi colpisci al cuore: Bresson fotografava al volo con una laica, meccanica, predeterminando fuoco ed esposizione e spesso, senza portarla all’occhio. E’ la mia idea di coincidenza tra soggetti, fotografo e fotografato, dove ognuno fa la propria parte alla pari. I grandi nella pittura, come nella fotografia, interpretano un pensiero altro e lo rendono palese. La reflex è stata il mio primo modo di guardare il mondo con altri occhi. Senza pretese: solo per adoperare testa e cuore.
rob, continuo ad adoperare la digitale come notes, scarto poco e archivio molto. Come con la carta e le cose che scrivo. Chissà perchè mi viene il parallelo con la stilografica con cui scrivo i miei appunti e il computer con cui comunico. Magari indago su questa apparente contraddizione. Dei bei tempi andati non rimpiango nulla, forse un pò la giovinezza, ma la tecnologia certamente nò: quella buona l’adopero ancora, quella passata fa sorridere.
Che dire se non che condivido quasi tutto e vi ringrazio.
"Mi piace""Mi piace"
grazie a te Willy, per aver parlato di questo argomento che personalmente amo molto…
per il mio nick, va bene qualunque cosa, in fondo è solo un nome… pigra, lenta, pglt… come ti viene meglio…
"Mi piace""Mi piace"
anch’io provo le stesse emozioni quando vedo vecchie immagini di gente antica….chi mi sarà stato, che vita avrà vissuto, hai presente poi quei vecchi filmati dove tutti corrono in bianco e nero? tutti morti penso….una tristezza e pena infinite, e fra cento, duecento anni quegli omini dagli occhi tristi saremo noi
"Mi piace""Mi piace"