Vivo molto di notte, senza l’obbligo di farlo. Respingo il sonno, ascolto e annuso: mi piacciono i rumori che si staccano dal silenzio apparente, gli odori intensi, ormai sentori, che dialogano con più sensi. Vado in terrazza, guardo i tetti, le finestre e le luci, con la percezione alterata dall’adrenalina. La casa ha dimensioni diverse e le abitudini accarezzano la mia solitudine. Il respiro lungo della civiltà che dorme lascia spazio ad una vita con tempi, voci e sensibilità inaudite. Si ferma la meccanica della città e prevale la biologia. Poi verrà, trionfante, il sonno.
io di notte faccio la nanna…mi sa che mi perdo un bel pò di cose…
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