Ho riempito pagine di grafia fitta, tracciata in verticale, con questo inchiostro improbabile che sa di stantio. Evoca le grisaglie dei travet, dei diplomatici in cerca di trasgressioni contenute e bisbigliate in ufficio: hai visto, vuol distinguersi, ma si può usare? Le parole trasformate in segni non potranno mai squillare, ed ogni segno cercherà il successivo solo per farsi compagnia, come le frasi preoccupate e chiuse nella sintassi. La purezza del nero è solo un ricordo evocato, per mascherare l’imbroglio.
ma hai messo la cartuccia blu nella stilo che aveva residui di nero?
a me, quel blu così intenso e un po’ cangiante, piace un sacco.
mi ricorda la magia del crepuscolo.
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l’importante è che scrivi.
l’inchiostro è relativo.
basta cambiare la cartuccia…
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care signore, non uso stilo con cartuccia. Questo per confessare una ulteriore perversione 🙂
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Avrei dovuto pensarci effettivamente… e non è una “perversione” come dici tu ironicamente… è altro.
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