E’ ovvio i blog, per noi noiosi, non si frequentano, anzi a poco a poco diventano inutili nel desk, finchè il sistema ci ricorda che ci sono icone inutilizzate e chiede: cancello? E senza dar troppo credito alle abitudini difficili: zac! cancellate via. Spesso penso che il blog sia una versione semplificata della vita, che con i suoi silenzi e chiacchere, sentimenti e anti/patie, abbia quello scrivere a pennarello grosso che a volte vorremmo per essere felici e soffrire a basso costo. Ciò non toglie, che come dice Minnie, ci siano blog che non ci piacciono, ma frequentiamo. La cosa perfida è dire quale sia il blog che non ci piace, fare una classifica negativa di ciò che vorremmo diverso. Perchè è vero che non ci piace, ma nonostante tutto lo frequentiamo, vorremmo che rispondesse alle nostre attese. Come se il legame virtuale spingesse verso qualcosa di diverso, nell’attesa di un cambiamento che può venire. A me non piace l’obbligo di scrivere, la necessità di chiudere una frase e uno scritto con una fine, l’eccesso di luci ottenuto assemblando parole prive di significato proprio. Ciò che non mi piace è, in buona parte, ciò che sono nello scrivere, le mie abilità noiose, perchè prive di novità. Ecchè forse non mi conosco abbastanza? Groucho Marx ha definito mirabilmente la coscienza di sè nel dubitare di un un club che ci accetta come soci. Ma il blog è un lavoro (non raccontatemi balle che vi divertite e basta, quelli che scrivono con regolarità dedicano tempo ed entusiasmo, un lavoro insomma. Mentre quelli liberi da obbligo di presenza, Pigretta, Incauta, ad esempio, scrivono a tratti, quando gli viene. Mi ricordano i concerti di musica contemporanea dove il silenzio è parte del brano e per capirlo, bisogna guardare il vicino: se si alza e se ne va, vuol dire che è finito), guardo i miei percorsi e concludo che quelli che mi stanno sulle palle proprio non li clicco. Siamo una comunità che si sceglie e dire chi è potrebbe fare di più tra noi, è almeno arbitrario, ma in testa io ce l’ho la classissifica e anche voi l’avete. Solo i migliori sanno dire e dare speranza alla discontinuità. Mi piacciono i post chiari e nuovi, i racconti che fanno sentire odori e luci, non troppe che il troppo confonde. Mi piacciono le parole passionali, erotiche, personali e impersonali al tempo stesso dove non si capisce la distinzione tra desiderio e fantasia. Mi piacciono le sorprese e non il monocorde, la gioia che segue la tristezza. Mi piacciono i post che sono vita e fantasia, indignazione e urlo, risata e tenerezza. Forse la mia testa pensa con carta e stilografica e come per ogni buona lettera quando conclude, lascia aperto uno spazio a ciò che manca: perchè il piacere della comunicazione continui.
p.s. mi piacciono i post non lunghi: è ovvio.
PERCHE’
s scrive su un blog? Per tanti motivi e personalmente non mi interessa nè sapere nè dare spiegazioni per il mio.So comunque perchè vado da qualcuno e sono le affinità o il divertimento (serio) che mi pora lì.Altri che per me possono essere “noiosi” fariginosi o volgari vado una volta e NON CI TORNO PIU’!Amen o così sia.Bianca 2007
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non pi pongo nenache il problema.
prequento solo i blog che mi piacciono.
almeno in questo mondo non ho e non mi sento di avere obblighi.
leggo quando posso e voglio. scrivo quando ne sento il bisogno o mi fa piacere.
il resto della vita è fatta di tanti obblighi e doveri.
in questo mondo non li accetto.
non me li pongo e non li pongo.
posso essere giudicata, credo, come colei che scrive e possiede un blog “noioso” e monocorde. ma in questo momento la mia vita e “così”. non fingo, non so fingere, né nella vita e neanche qua. chi vuole viene e legge, se ne ha piacere si sofferma e commenta. tutto finisce qui. nessun obbligo e nessun dovere. almeno qua.
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:))))….hai mantenuto la promessa..concordiamo su molte cose, alle volte frequentiamo blog diversi, tu forse curioso di cercare tra le righe qualcosa di magico comunque, io molto più EVE..ma potrei essere diversa??
il tuo blog non mi annoia mai, alle volte mi imbarazza, nel senso che sembri galimberti, ti devo rileggere e trovare una risposta all’altezza, se no ti faccio diventare come la madonna di lourdes..tutto consensi, ceri accessi , miracolomiracolo…
stò zitta quando scrivi post personalissimi, per la mia idea già dichiarata che ci sono post scritti per una persona specifica e gl’altri girino in punta di piedi intorno, che tanto sono fuori luogo e fuori tempo.
lo so che stai sorridendo…pensando alla signorina minnie che stà zitta :)))
EPPURE STO ANCHE ZITTA,…SOMETIMES.
buonaserata..così.
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ecco:
come dice minnie,
a volte ci si sente inadeguati, e per non incensare troppo si tace.
quello che mi fa preferire un blog ad un altro è anche la certezza che in “quel” blog leggerò i commenti di gente che mi piace ritrovare, anche in casa d’altri, se così si può dire.
credo di aver fatto un gran casino, non ho il dono della facile sintesi, io.
buona giornata
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sorrido. (per svariati di motivi)
che il blog non l’ho mai preso sul serio. non l’ho mai preso come un impegno, ma come un’appendice virtuale dei miei quadernetti su cui scrivere se, quando, cosa e come mi va. confusamente, proprio come me. senza ordine nè rigore. con le cancellature, con i pastrocchi e disegnini che la mano fa da sola mentre la testa pensa. con le penne colorate o con la matita morbida, proprio come faccio sui miei quaderni. con le macchie di vino rosso, di tè o di caffè, che quando si scrive viene sempre da sorseggiare qualcosa e fumare anche un po’.
insomma, willy, hai ragione tu, al di là dei contenuti, i blog sono sempre una rappresentazione di noi stessi, delle nostre abitudini, delle nostre piccole manie, delle nostre grandi passioni, dei nostri ritmi.
e se un blog mi interessa è molto probabile che io trovi interessante anche la persona che lo scrive.
p.s. mi piacciono i post che mi fanno sorridere, è ovvio.
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