La mia famiglia paterna ha disperso cose e persone per l’europa. Ogni parente che si installava in casa per settimane, faceva riemergere persone e pezzi di passato, ma non c’era più niente di tangibile. Di case, ricordi, lavori: era rimasta solo una cultura orale di città, fatta nella lingua madre, il veneto. Una guerra aveva spazzato via la casa natale di mio padre in germania, quella successiva aveva raso al suolo, la casa dei miei genitori. E ciò che non era stato distrutto era stato sottratto, ma non ho mai sentito un rimpianto, che non riguardasse le persone. Come se questo essere sballottati dall’una all’altra parte, l’aver mutato condizione, fosse stato parte della vita. Anche i racconti, sempre pudichi e frammentari, parlavano di abilità, di pericoli scampati, di occasioni rifiutate, mai di proprietà. Tanto che gli ultimi resti di queste, sono transitati, con indolenza, al patrimonio dello stato. In questo clima gli oggetti sciamavano in un pulviscolo indistinto, con fotografie rare e ingiallite. E le mie domande additate, cos’è questo, dov’è ora? ricevevano risposte vaghe, indifferenti. Le soffitte dei traslochi inghiottivano mobili, le stufe facevano il resto, senza rimpianti.
Nulla era importante se non le vite vissute con la forza dell’essere.
MOLTO BELLO!
E voglio solo fermarmi sull’ultima frase conclusiva:”Nulla era importante se non le vite vissute con la forza dell’essere”E sono parole familiari!… Che questa testimonianza continui ad essere per te ragione e forza di vita anche tua,Willy.Bianca 2007
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questo è un periodo willy in cui sto vivendo proprio le cose che dici, patrimoni in ballo e vecchie ruggini, cose inghiottite dai decenni e dal silenzio.
l’unica differenza è che la mia è la parte materna.
e l’accento non è il collante.
ti abbraccio.
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Sicuro!
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per scrivere il suo ultimo libro oriana ha impiegato anni. è andata in cerca dei suoi antenati, ha sfogliato libri polverosi, con pazienza è andata nelle sacrestie in mezzo ai registri..ha tirato fuori dai cassetti della memoria le voci dei suoi genitori e i loro ricordi tramandati oralmente. è bello il suo libro, è la voce del suo sangue.
abbiamo dentro di noi la voce dei nostri antenati : scorre silente , siamo loro, anche.
la mia parte paterna non esiste : chi poteva raccontarmela è morto da tempo, e non c’è più nessuno che me la racconterà.
silente, scorre.
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Certo, alla fine è solo questo che conta: le vicende umane, le vite vissute, le relazioni. Il resto è solo contorno senza significato.
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