Perchè non la lascia, perchè non sceglie me?
Non mi importa che lo faccia davvero, forse neppure lo vorrei, ma così è sempre tutto precario. Si gioca a fare gli amanti, le vite hanno traiettorie proprie. Non lo vorrei in casa. Vivo e dormo bene da sola, manca solo la stessa condizione, la libertà e il non essere subordinata ad altre esigenze. E’ come non ci fosse mai stata una scelta bilanciata, il coraggio di una scelta comune. Non basta che le cose siano chiare, che i presupposti siano rispettati, ci sono cose che non si dicono per non far male, mezze verità. Tutto mezzo e dipende da questa precarietà della non scelta. Non lo lascio, ma se trovo un altro che mi prenda davvero non ci penso un attimo. Quando rifletto non mi piace quello che accade, poi mi adeguo, ma vorrei essere scelta per davvero. Io non sono solo una storia, una serie di scopate eroiche. Qualcosa a cui voler bene e basta. Il bene è un limite, un confine, bisognerebbe oltrepassarlo per vivere davvero. Sennò ci si accontenta. Ecco mi accontento di molto, ma mi accontento. Come una moglie che ha qualcosa da perdere se non è moglie.
Me l’ha chiesto di nuovo ed io le ho risposto sinceramente: mia moglie non la lascio. In fondo, anche se non me lo dico, sto aspettando che questa storia finisca, ma non sarò io a farla finire. Delle volte penso che sono doppiamente vigliacco perchè in realtà non scelgo, ovvero ho scelto, ma non taglio. Non scelgo perchè da nessuna parte starei bene. Allora faccio la scelta meno complicata, quella che ha meno problemi per il futuro, meno dolore. Certo sacrifico Lei, però sono stato chiaro, l’ho sempre detto che non me ne andavo da casa. In fondo vivere così non mi dispiace, ho la passione e la certezza di un rapporto lungo. Se mia moglie volesse di più, mi obbligasse a scegliere, forse lo farei, ma lei sta al suo posto, non fa domande. Anche se sa, tace. E poi i colpi di testa si fanno a 30 anni, adesso ho una carriera, gli amici, un nome. Perchè buttare tutto via, ripartire da zero, pagare alimenti, cercarmi una casa. Meglio fare gli amanti, niente legami, poche responsabilità, solo passione. Non parlo d’amore, è impegnativo l’amore, costringe a fare i conti con le proprie contraddizioni. Va bene così. Siamo adulti. Vediamo la realtà per quello che è e abbiamo il meglio. Se mi lascerà, le vorrò bene. Poi ci penserò al futuro. E’ vero, tengo un piede su due scarpe, ma non è questione di scopate, lì non c’è storia, stiamo bene a letto assieme. Altrimenti questa storia non durerebbe da così tanto tempo. Cosa c’è di male, a prendere il meglio dall’una e dall’altra parte? Vorrei che anche lei si rendesse conto, non facesse domande. Vivesse e basta.
mi sono chiesto perchè spesso i rapporti si incrinano, perchè si vogliono più cose assieme. Non è male volere più cose assieme, ma è difficilissimo che entrambi si stia bene. Manca sempre qualcosa e da qualche parte il rapporto sbiadisce. Ho parlato di una lei e di un lui, ma i ruoli sono intercambiabili, i pensieri spesso simmetrici. Manca la moglie o il marito che hanno molta più forza di quanto appare e che sono scelti, spesso senza sapere, con un bilancio di convenienza poco nobile. Per non complicarsi la vita, per non far male. Mah, chissà se conviene davvero, anche a loro? Ho pensato che in realtà da un certo momento in poi, la solitudine diventa un valore, che si arricchisce con il sentimento e con l’amore. Ma che la solitudine simmetrica possa essere una scelta forte, il primo passo verso una stagione nuova del vivere. Anche in un matrimonio, in una convivenza: esserci quando serve per l’uno e per l’altro e poi essere autosufficienti.
Willyco 
perchè le persone s’incontrano e si piacciono, e inziano una storia..si risponde alla propria coscienza non a quello che c’è scritto sulla carta d’identità.
il prezzo che si paga è alto, forse spropositato..
le stelle stanno a guardare, e allungano le mani a rimescolare le carte.
buona notte, willy
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esserci ed essere autossuficienti certo…la solitudine è un valore non un disvalore, ma solo se siamo noi a volerlo
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perchè è più comodo, lo dici tu, avere una e l’altra e mettere la coda tra le gambe se una ti costringe a scegliere…e allora l’altra non è così importante come vuoi farci credere; è un diversivo, è la trasgressione. troppo difficile fare delle scelte, troppo impegnativo pensare di ricominciare tutto da capo…fa troppa paura… ma tant’è sei un uomo! Una donna non ci avrebbe pensato tanto…forse perchè noi donne ragioniamo (a volte male!) con il cuore e al limite ne paghiamo lo scotto, ma ricominciamo sempre! Prima o poi il tuo piede non saprà più che scarpa scegliere, o ci sarà chi sceglierà per te, e se fossero tutte e due le scarpe?
buona notte!
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è comodo anche avere l’uno e l’altro, Silvia, in questo non vedo grandi differenze nelle persone che conosco. Vedo molta sofferenza, questo sì, e indecisione, e conti di convenienza che lasciano insoddisfatti. Forse le cose non sono così semplici la seconda volta, forse solo nei grandi innamoramenti ci sono le scelte radicali. Il resto è vita con vette e abissi scalabili. Poi la comodità è un concetto strano quando costa una fatica terribile, anche in termini di energia. A me quello delle donne che non pensano, perchè il cuore non pensa, e si buttano, sembra un luogo comune, c’è chi si butta e chi ci pensa ed entrambe sono donne. Oppure uomini. Ho imparato a non aver giudizi sugli altri, a non farmi sconti e a pagare in proprio le mie scelte. Naturalmente cercando di non usare le persone.
La tua riflessione per molti versi, è la mia, Silvia. Mi chiedevo in questi giorni, perchè le donne sono dalla parte delle donne in una separazione ed invece gli uomini sono un pò irridenti nei confronti degli altri uomini. Ma su questo ci scrivo qualcos’altro
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non è vero che le donne sono dalla parte delle donne! Io per esempio ho sempre cercato di capire bene di chi sia la colpa (se di colpe si può parlare!) e spesso (anche nel mio caso) la colpa è di entrambi o solo delle donne! Penso che mentre voi avete più timore a intraprendere una strada nuova, e preferite tacere e continuare in un menage a trois, noi affrontiamo il problema ma nel modo sbagliato: pretese, minacce, oppure, ed è ancora peggio, false promesse che verranno smentite al primo litigio!
Se mi succedesse di nuovo vorrei parlarne, con serenità, e capire se si può ritentare… ma è successo troppo tempo fa, quando l’età non aveva ancora lasciato tracce.
buon fine settimana!
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per parlarne con serenità silvia, ci deve essere un buon motivo: essere innamorati ad esempio, nel profondo per rischiare senza pensarci troppo. Cosa non così scontata. Non mi piacciono le generalizzazioni: voi uomini, voi donne. Ci sono differenze di genere, debolezze economiche, ma ciò che ci rende attraenti è la diversità non solo l’appartenenza ad un genere. Comunque se ci si perdona personalmente, ritentare non è difficile.
Buona fine settimana Silvia, ti auguro sole e serenità. quello che auguro a me.
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scelta di comodo…e lei, la moglie, è troppo buona
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Premetto che non posso e non voglio giudicare. Non mi permetterei mai.
Ma in un verso o nell’altro bisogna scegliere. La non scelta è negativa e alla lunga distruttiva, per tutti. Per primo verso se stessi.
E alla fine chi tradisce, tradisce se stesso.
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