E’ difficile Rachmaninoff, ma guardate le mani di Horowitz, immagine della vita: forte, apparentemente fragile, lancinante dopo la tranquillità. E poi di nuovo serena.
La scoperta di questo vecchietto dalle dita d’acciaio, trent’anni fa mi ha cambiato il modo di ascoltare. E sentire.
Dirige Zubin Metha, bravo, ma preferisco Ansermet sempre con Horowitz.
Te l’ho già detto ma te lo voglio ripetere.
Notte in cui non trovavo grandi appigli.
Quelle notti un po’ “disperate”.
Sono stata per un po’ ospite qui da te ed è stato piacevole.
Ascoltare ipnotizzata da quelle mani, dal loro movimento, dalla loro leggerezza.
Sembrava tutto molto semplice, senza alcuno sforzo apparente.
Ho passato dei bei momenti qui da te, ringrazio l’ospite ignaro.
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I Concerti per pianoforte e orchestra n°2 e n°3 sono i miei preferiti, ho studiato pianoforte tutta la vita, sono sei anni che non lo tocco…penso che toglierò il disturbo Willy perché vedo che non ricambi volentieri le mie visite 🙂 , non è necessario lo so, ma non è facile non chiedersi se è il caso di continuare. Sono sempre stata molto discreta, non voglio cambiare adesso e sparire senza ragione non è nel mio stile 🙂 Ti lascio però un abbraccio e un caro saluto. Leggerti è stato sempre molto piacevole, grazie 🙂
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GLI “INCONTRI”
quelli “necessari” per il tuo cammino,cambiano sempre e,comunque segnanoE non si è più quelli di un tempo,ma nuovi per vedere altro e da altre angolature.Cosi’ è aver visto e “sentito” le mani di Horowiyz.Così è per ogni incontro grande,speciale,fondamentale per ogni passaggio di crescita,mai superficiale o tanto per.Bianca 2007
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