domenica sera

ti aspettavo la domenica sera,

la pelle come erba:

profumo, elastica dolcezza.

Ti respiravo a faccia in giù

i denti nella carne piano,

e sulla soglia della notte

richiami lontani, subito perduti,

si vedeva, voleva,

tra spazi di luce automatica.

La scala ricordo,

non il freddo,

le mani,

non le voci

e le mie nefandezze, che aspettavi

nella traccia curiosa.

Ogni domenica sera, d’inverno,

un sapore avvolge il vuoto:

pensa, scrivo ancora il tuo nome

sull’alito del vetro

e guardo luci e gocce rigare

giù, in questa gravità vitale.

Ma non ho pianto mai,

ho copiato solo l’acqua che scendeva

e dis-faceva

me in te.

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3 pensieri su “domenica sera

  1. oggi è domenica, e verrà anche la sera. si aspetta sempre qualcosa, e non sempre arriva. io sto ancora aspettando un aspetto di me che accetti questa vita e che sappia sorridere, che sappia anche piangere.
    buona domenica Willy, un sorriso

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