E’ una storia amici miei, solo una storia.
“Anche stanotte il divano è accogliente. Un rifugio dopo la litigata. Litigare è diventato facile, si può dire così? Non alziamo più la voce: lui solo esige, violento nella affermazione di un diritto senza repliche. Chissà quale diritto: sono prigioniera della consuetudine, che si fa diritto. Si è imbestialito quando gli ho ricordato della sentenza recente, della cassazione, che esclude un diritto al sesso nel matrimonio. I diritti nascono dal mio non decidere, come queste lacrime di impotenza che si vedono sul rosso del cuscino.
Nella sua testa rappresento una sconfitta; non accetta che un amore finito sia un naturale evolvere della vita e non un fallimento. Ma non accade e la guerra continua.
A volte accondiscendo, per stanchezza, noia, disprezzo.
Sì, disprezzo per me, che sono ancora qui e per la sua sessualità vilipesa e indegna di riscatto. Per l’incapacità di comprendere ed accettarsi.
Mi tradisce (chissà che significa ora questa parola), ma non gli basta, anzi senza di me, è umiliato. Anche dall’altra. Se finalmente se ne andasse sarebbe una soluzione onorevole per tutti. Una liberazione comune: l’ultimo atto d’amore d’una storia che evolve.
Eppure quest’uomo l’ho scelto, amato, accettato. Mi è sembrato bello e tanto forte da farci dei figli. Per questo abbiamo progettato e vissuto assieme.
Ultimamente penso che siano solo figli miei, nati da me e nutriti da ciò in cui credo e amo, ma lo so che non è vero, che lui c’è, in loro. E questo, adesso non mi piace più. Ma cerco di non metterli tra noi, di usarli. Sarebbe facile, ma resisto.
Per ora almeno.
Prima ripensavo a quando è nata la crepa, nell’amore. Sembrava tutto così solido, inattaccabile. La consapevolezza di un amore finito, si è fatta strada nella fatica della consuetudine che mi ha tolto, dapprima bellezza, poi energia ed entusiasmo. Parlavo sempre meno e con fatica, di cose che non fossero scadenze, impegni. Stanotte sono tornate alla mente, le giornate senza tregua: i bambini, il lavoro, la cena, i compiti. Le domeniche con i genitori.
Ho liquefatto attese e pensieri nell’umido di anticamere di piscine, con parole e libri, scivolati via. Aspettavo solo la voce dei bambini per trascinarmi in qualcosa che mi appartenesse. Ero altro da me, ma non volevo accettarlo.
Poi sei arrivato tu.
Questo plaid, stanotte, è un abbraccio consolante, è il calore conservato che mi tiene assieme. Esiste un attack dei sentimenti, amore mio e di notte lo cerco in me, con il tepore di ore di tregua. La disperazione, che solo il sonno mitiga, è nella nostra asimmetria: ciò che per te è importante, per me è vitale.
Ma questo è un problema di consapevolezza, non di amore e se tu non ci fossi stato sarei più misera. Misurarmi con lui, è stata una conseguenza: avrei subito, indefinitamente. Tu mi permetti di liberarmi.
Non sarà con te, sarà con me che la sequenza delle notti sul divano finirà.
Vorrei fosse già finita.”
la notte era peggio..ascoltavo la sua voce dentro la cornetta che supplicava, blandiva, piangeva, urlava, minacciava..ore di litanie..dammi ancora una chance..perchè no?..perchè non a me?..eterne erano le ore. guardavo fuori dalla finestra, in silenzio..penso che il mio silenzio lo facesse imbestialire ancora di più. pensavo ad una cosa sola..ne uscirò. è come essere in un lungo viale senza vie di fuga..devo arrivare alla fine : strisciando, se necessario.,,ma ne uscirò.
2 anni di litanie, urla, minaccie, pianti.
nessun amico, nessun divano con plaid, nessuno.
poi è finita.
una volta ho sperato mi ferisse fisicamente : almeno l’avrebbero arrestato.
invece parlava parlava parlava parlava.
anche la tua amica ne uscirà.
con te accanto sarà meno dura.
un sorriso, che c’è il sole anche stamattina.
sono passati sette anni..sono un’altra me.
"Mi piace""Mi piace"
Willy, non hai idea di quanto senta questa storia sulla “pelle”.
Sarebbe difficile e complicato dire di più.
Mi ha commosso leggerla e pensare che, alla fine, non sono così “sola” a questo mondo.
"Mi piace""Mi piace"
è sulla pelle di tante, sì. finiscono, le sequenze di notti sui divani, ce la possiamo fare, ce la facciamo: in fondo al tunnel c’è una piccola luce, basta raggiungerla, con coraggio, e la vita è lì.
"Mi piace""Mi piace"
botta. ecco. sento la botta.
(non tutti riescono a finire nel modo giusto)
"Mi piace""Mi piace"
toccata, da una mina di profondità.
affondata.
willy, una domanda: come fai a sapere?
"Mi piace""Mi piace"