La presenza del papa alla inaugurazione dell’anno accademico della università della Sapienza a Roma, è una ulteriore confusione nella indispensabile, separazione tra stato e chiesa. Separazione davvero poco perseguita negli ultimi anni in Italia. C’è, infatti, una sorta di vassallaggio da parte di chi dovrebbe essere laico, in politica e nella società, una ricerca di consenso a priori con sottomissione annessa. Ma mentre per la gerarchia cattolica, è connaturato ritenersi depositari della verità e quindi sovraordinati a chiunque altro, questo non è vero nella laica società di eguali dove conta l’essere uomini per avere diritti, dove il pensiero o il credo non sono fonti di diseguaglianza. Non ho credo religioso, ma anche se l’ avessi, sarei ancora più convinto del principio basilare di laicità dello stato. Invece in Italia non è così, il mio essere laico, agnostico mi colloca in una sfera inferiore al sentire religioso. Non discuto la bontà dei casi di coscienza, nè politici, nè morali, sostengo solo che lo stato non vive di casi di coscienza ma di una legge comune che vincola (cioè mette assieme), tutti allo stesso modo. L’ingerenza del papa e dei vescovi in Italia, è grande e non è nel fatto che esprimano le loro opinioni, ma che esercitino una pressione continua, palese e surrettizia, perchè queste diventino legge per l’intero paese. E la classe politica piega la schiena pensando di portare a casa consensi. In ambito scientifico la differenza è ancora più marcata: la religione cattolica oltre a dire di essere l’unica vera fede e quindi in sè stessa immodificabile, si esprime sui principi della morale e del vivere umano dogmaticamente ed esonda nella scienza. E’ lo stesso schema che ha mandato al rogo, per molto tempo, quelli che la pensavano diversamente o che usavano il dubbio, anzichè la fede, nell’interpretare il mondo. Per questo la presenza del papa all’inaugurazione della Sapienza è incongrua. Ininfluente dal punto di vista scientifico e inopportuna in una istituzione che persegue la scienza attraverso il contradditorio e l’analisi del reale. Diverso sarebbe se ciò avvenisse in una discussione tra sistemi confrontabili alla pari. La mia impressione è che, per diversi motivi, la visita all’università convenga al rettore, che può esibire una presenza illustre e al papa che può ribadire il diktat morale in una sede naturalmente antidogmatica. L’effetto mediatico è già enorme, il sentire laico viene ridotto al silenzio, prosegue la marcia verso uno stato confessionale. Siamo tutti più poveri.
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Willy, sono assolutamente d’accordo – tanto che credo che scriverò un post io stesso sull’argomento.
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willy, ho appena sentito alla radio che è stata annullata la visita del Papa alla Sapienza…
forse qualche volta il buonsenso riesce ad avere la meglio? non so, forse più banalmente, si sono temuti “disordini” e la Santa Sede si è preoccupata per l’incolumità del suo Papa… chissà…
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anch’io ho fatto un post su questo. sorprendente che abbiano annullato la visita…
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Forse non così sorprendente Ap, ha deciso il vaticano e ancora una volta c’è soggezione dei presunti laici. L’errore l’ha fatto il rettore, che naturalmente non lo ammetterà mai.
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condivido le tue riflessioni, willyco.
ma non sarei così convinta dell’effetto mediatico positivo per ratzinger.
proviamo a guardare in prospettiva lunga e, soprattutto, non soltanto italiana: che figura fa il capo della chiesa cattolica costretto a fare marcia indietro? e, soprattutto, non viene sminuita la igura di un papa che divide invece di unire?
oggi, tutto sommato, mi sembra una giornata buona.
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