Le mani: rapaci di note sulla tastiera, il ripetuto del terzo movimento, deciso. Le dita scavano musica a ribattere con l’orchestra, il solista si impone, come deve essere, ma poi il dialogo con il cello. Battere di ciglia, innamoramento di strumenti. Piano, perdio, piano sul tasto, archetto docile, cantabile a seguire. Nel quarto movimento fluxus di musica, basta lasciarsi trasportare. Il direttore è corpulento, occlude la vista dei timpani, nulla di ieratico. Il gesto è importante, ma danza sul podio. Bravo. Il bravo gridato non sembra neppure rivolto a lui, così grosso nel frac. Sorride e ascolta, conduce serio, si diverte, si vede. Mi ricorda il ballerino di una milongheria di Buenos Aires: basso, pesante da fermo, ma quando ballava diventava una stella della pista. Fluttuava sulla musica e la teneva a terra, fendendola con movimenti essenziali. Un passo sghembo, sfrontato: le donne, bellissime, se lo contendevano bellicose. La musica è enorme, non si racchiude, si vive e basta. Dimenticavo: Brahms a Ferrara, concerto per pianoforte e orchestra n.2 op.83, sinfonia Varsovia, dirigeva Peter Csaba e al pianoforte c’era Serghei Edelmann. C’era e in testa, nel mio giorno, c’è ancora.
passione, discinta.
buona giornata willy…noi che passione viviamo.
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meraviglioso vaniloquio… di musica che ci fa sentire così leggeri, che a volte ci sembra anche di volare…
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SECOLI FA,
una PERSONA mi disse:”l’Amore è la morte di ogni passato”.La frase mi colpì e nella mia memoria fu scolpita.Solo dopo,molto tempo dopo,nè scoprì anche il senso profondo.Ma era tardi! Buona giornata Willy,Bianca 2007
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è bello avere in testa simili pensieri… bisogna cercare di farli durare a lungo
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è tutta una questione di ritmo e di tempo.
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