E’ proprio vero, non dimentichiamo nulla, non vogliamo dimenticare nulla. In questo non perdere, credo ci sia la necessità di recuperare quello che di noi è stato collocato nell’altro. Il pezzo di noi, oggi mancante, è stato elargito con generosità, pensando che tra noi sarebbe sempre stato bello, importante, definitivo. Ma l’alternativa, che non riesco ad immaginare, è una vita costruita solo sul precario, senza riferimenti che diano spessore alle cose. Una vita che è solo corsa, senza freni, su un piano inclinato. E adesso, se potete, ascoltatevi Edith Piaf, da soli e magari a luce spenta, con la notte che entra dalle finestre e non nel cuore.
come ti ho detto, mò basta : basta con tutte stè malinconie bloggare, lacrime da signora delle camelie, sale negl’occhi e su ferite, non se ne può più….aria, vita, colori, stelline…fine che durano, e poi se la ruota gira pazienza :::)))))
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