ricostruire il paese e la società

Quando si governa si trasformano le cose, alla fine non può essere tutto come prima o peggio. Credo che una questione nodale sia il non accontentarsi, che non significa non avere limiti. Solo gli stupidi o i mentitori non hanno limiti. Ma cambiare è possibile ed è necessario che il motore sia la passione non l’interesse di una parte piccola rispetto ai molti. Voglio fermarmi su questo tema della passione perché non poca parte del nostro paese è da ricostruire e con le cose si ricostruisce una società. Mai come oggi siamo stati divisi gli uni dagli altri, poveri messi contro poveri, privati di un futuro comune. Per stare assieme si lavora assieme: infrastrutture, territorio, fabbriche, pezzi enormi di città devastate da una edificazione selvaggia e priva di qualità. Per fare tutto questo ovvero ricostruire a misura d’uomo e ambiente, serve passione. Onestà, lavoro, assenza di interesse illecito. Credo che questa opera così grande dovrebbe entusiasmare i cittadini, dovrebbe rendere nuova la politica anche nel suo concetto di limite. Penso che tutto quello che porta distante da questa grande opera di ricostruzione che darà benessere e dignità al lavoro, troverà nuovi materiali, cambierà i cicli produttivi rendendoli più umani e redistribuirà reddito, tutto questo sia un’opera collettiva che non ha alternative se non nelle solite ruberie, privilegi e nuove povertà. Se mi chiedessero cosa sia sinistra ora, direi che sono quelle persone che si mettono assieme per dare a sé stessi e ai propri figli un paese migliore, più equo, giusto, nuovo e fatto da tanti. Perché sinistra è popolo anzitutto e solidarietà.

2 pensieri su “ricostruire il paese e la società

  1. Quest’opera di ricostruzione dovrebbe stare a cuore a tutti i cittadini indipendentemente dal credo politico. Ne abbiamo un bisogno estremo come cittadini prima di tutto.
    È un progetto di respiro ampio, sul lungo termine: la politica al momento, anche quella di snistra, mi sembra più avvitata sul suo ombelico. Speriamo.

  2. Lo spero molto anch’io che cessi quest’epoca del guardarsi e inizi quella del vedere, come siamo, come stiamo, che desideri abbiamo e dove vogliamo collocarli.

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