tema: come hai trascorso il sabato

 

oznor

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La giornata è trascorsa tra discorsi leggeri e sorsi di vino. Sia quello rosso, di corpo robusto e rotondo, da lavoratore della terra, che sarà generosa ma non è mai gratuita. Sia quello bianco , che in realtà era di un giallo dolce d’aspetto, trasparente e profumato, fresco con la gentilezza dell’amore che mai disseta appieno. Così i discorsi sono proseguiti all’aria aperta, nel sole già forte di un aprile senza timori. Credo che il tentativo fosse quello di dare ai processi digestivi la possibilità di un giusto posto per ogni cosa gustata, di togliere di mezzo l’eccesso e di propiziare un rientro che in fondo nessuno voleva. Così senza ordine, a piccoli gruppetti, attratti dal discorso dell’uno o dalla battuta dell’altro siamo sciamati tra strade di colle che diventavano capezzagne, limiti di campo, mura di mattoni antichi e ville che un tempo avevano attestato più la modesta fortuna delle famiglie che la loro voglia di eccellere. Attorno macchie gialle di fiori di tarassaco, cipressi altissimi, alberi che erano già meta di api  prima dei declivi ritmati dalle vigne. Filari ben tesi, potature severe, qui il grappolo deve ricevere molto sole e non conta il molto ma il buono. Parlavamo di politicante, di società che muta, di adeguatezze e di tentativi di essere importanti per le idee prima che per i numeri. Il conformismo che si sperimenta nei partiti è lo stesso dello società, un gruppo diventa maggioritario perché è esso stesso continuazione di un aggregarsi attorno a capi che decidono di dividere un potere, non le idee che stranamente restano le stesse, al più si  distingue, di colgono le differenze, ma la realtà è l’eterna lotta tra ciò che muta e ciò che non vuole mutare. E la ragione per non mutare sta tutta nel potere e nel gruppo che si sente parte di esso. Ragionavamo di questo tra battute e coscienza di essere parte piccola di un modo di far politica che non ci andava, così scivolava qualche battuta, il piccolo pettegolezzo, la risata lieve che libera perché anche chi è potente ha debolezze e quando queste emergono diventa un po’ meno paludato. È la considerazione che ognuno va in bagno ogni giorno, che le funzioni corporali non sono nobili, o come ebbe a dire , un’amica che ci precedeva ridendo: pensalo quando sta per fare all’amore, é proprio un bel momento di verità. se le cose non funzionano. Dovevamo aggiustare il pomeriggio, non i destini del mondo,, ricordare l’aria leggera e piena di profumi, mettere in fila tanti bei propositi, ricordarci che la giornata era soprattutto nostra e che come ai tempi delle medie il tema da svolgere era cosa si era fatto di noi nel dì di festa, concludendo che il sonno sarebbe arrivato tardi ma stanchi e felici di essere chi eravamo.

8 pensieri su “tema: come hai trascorso il sabato

  1. Dovremmo ricordare tutto, vivere tutto oppure come sostiene Ulrich, ne”l’uomo senza qualità” dovremmo vivere come se la vita fosse un romanzo depurato da tutto quel tempo senza storia che congiunge un fatto al successivo?
    Non è nelle pieghe di un ragionare che avvolge,
    nel percorso che si dipana,
    la strada senza storia che,
    apparentemente umile,
    conduce allo scopo.
    È in quel tempo privo di senso che l’io s’alimenta,
    e poi cancella per timore degli attimi fuggenti
    dove la noia costruisce il suo capolavoro.

  2. Che bel racconto, che bel sabato! 😍
    Io invece l’ho trascorso a letto con il mal di schiena: colpo della frusta.😥
    Mi ci vorrebbe un po’ di quel vino rosso e anche un po’ di quello bianco, forse sarebbero meglio di qualsiasi antidolorifico.
    E dopo un sabato così ti auguro una domenica altrettanto bella! 😘

  3. Un massaggio lieve e deciso, con un buon valsamo. La coperta calda rafforzata da un panno di lana. Una buona lettura e poi un buon sonno. Domattina il risveglio senza un tempo determinato. Poi il caffè e piano scopri che fa molto meno male e pian piabo con un nuovo massaggio scompare. Ecco che è l’ora del vino e del parlare. Stai bene José 😛

  4. Questo tuo ulteriore, bellissimo post mi sorprende ancora, Willy … e mi fa domandare di nuovo quale sia la ragione per la quale Tu non sia diventato, di professione, uno Scrittore con la S maiuscola !
    In un mondo di scrittoracci, pennivendoli, imbrattacarte che si autodefiniscono “scrittori e scrittoresse” … Tu, corregionale del grande, indimenticabile ( e da me amatissimo ) Cesare Pavese, concittadino di Italo Calvino, ci regali perle di letteratura, ricordi incantevoli … e quadri di colore che fan sì che la vita sia, talvolta, ancora bella ! 😀

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