Spesso la vita m’appare come un colpo d’ala. Poi seguito da un altro e avanti ancora, all’infinito, per restare in volo.
Talvolta sento l’inquietudine dell’uccello di mare quando da troppo tempo non vede terra, ma passa se il cuore ha il coraggio di fermare l’ala e s’affida a sé per galleggiare nell’aria.
Così nel pensiero nasce un bisogno rassicurante di geometrie
e rileggo parole di John Donne:
Il bene dobbiamo amare, e dobbiamo odiare il male,
perché il male è male, e il bene è bene, sempre,
ma ci sono cose indifferenti,
che non possiamo odiare, né amare,
ma prima una e poi un’altra provare,
a seconda di dove il capriccio va.
Questo mi pare sia il senso del dono delle ali e dell’utile volare.
Anche io spesso mi trovo nella stessa situazione 😦
forse dovremmo fare un club di volatili 🙂
😉😘
Sì, con il coraggio di tenere le ali dispiegate, senza movimento, confidando che il desiderio di volare rende le ossa cave e leggère
Io invece ho bisogno di sentire i piedi affossati nella terra magari scalzi su un bel prato caldo ma guardare gli uccelli in volo. In entrambi sento l’armonia di Bach e il bene che rinasce ogni volta, ahimè sempre più difficile da trovare insieme
la leggerezza per volare con il carico dei sogni 🙂
quando canti, voli, Bianca
Si. Quando cantavo volavo e insieme a me chi mi ascoltava. Bello rivivere questo anche nel ricordo. L’ultimo concerto gu Strose to stroma di Theodorakis. Con me c’era il mondo intero. In pied,libero, in marcia e in festa. Il senso della collettività attraverso e dentro il canto. Unica voce in mille sfumature
Che bellezza Mirka, e che bello che tu abbia dentro di te queste sensazioni. Pensa a quanta vita hai avuto che rende grande la vita che verrà. Un sorriso